Le aspirazioni professionali diverse e la convivenza

Per proseguire la trattazione dei litigi derivanti da impostazioni di vita diverse, come i precedenti articoli, trattiamo qui l’argomento delle diverse aspirazioni lavorative.

Rapportarsi con un partner svogliato nel suo lavoro può causare turbamenti in chi invece tutto il giorno lavora e si fa in due per raggiungere i propri obiettivi lavorativi.

Il che non dimentichiamocelo incide sul benessere economico della coppia e della famiglia intera.

Da ciò deriva che, nei limiti del rispetto e della valorizzazione della famiglia, andrebbe sempre incentivato con comportamenti concreti tesi a far rilassare il coniuge quando non è a lavoro. Anche con piccoli accorgimenti: pochi schiamazzi in casa, non sollevare problemi quotidiani casalinghi o comunque di poco conto non appena la persona torna a casa (presumibilmente stanca/o).

Ci vuole sempre tanta comprensione.

Ma quanta? In realtà è soggettivo.

Condividere un sogno, una prospettiva, un impegno è molto bello, ma quanti lo fanno davvero? Secondo la mia esperienza molto poco. Spesso c’è un dislivello incolmabile tra le aspirazioni dei due, e a farne le spese è la coppia, che non condividendo quell’aspetto così tanto importante di una persona (il lavoro) lentamente porta al contrasto per mancanza di condivisione.

Il consiglio è come al solito evitare di arrivare a discussioni, non aggirando il problema, ma distaccandosi dall’altro per capire che ognuno di noi è una creatura speciale e  fantastica di per se, indipendentemente dalla realizzazione professionale.

Conciliare il tutto non è facile. La condivisione rimane sempre la maniera più facile di risolvere il problema, parlatene quando siete rilassati, fate capire come la pensate senza atteggiamenti di superiorità.

Se sarete fortunati lui o lei capiranno, vi sapranno ascoltare, accudire, dare quelle attenzioni di cui avete bisogno.